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eNews
n°51

Aprile 2014

 
 
 
 

 

 
 

 Di Provincia e di Città

Come sapete, perché se ne è fatto un gran dibattito, questa settimana è stato approvato il Decreto Delrio, quello che va ad attivare le 9 Città metropolitane e la riorganizzazione delle Province e delle Unioni dei Comuni.

Lo ritengo un passo importante perché da più di 20 anni si è legiferato sulla costituzione delle Città metropolitane, ma solo ora queste possono iniziare il loro cammino. D’ora in poi cambierà il rapporto tra le amministrazioni dei comuni di area vasta: infatti, deve maturare una visione più ampia da parte dei singoli enti locali e una maggiore solidarietà nelle scelte di sviluppo per consentire di avere un territorio che cresce insieme.

In attesa dell'abolizione delle Province con legge costituzionale, il decreto le riorganizza come enti di secondo livello che vanno a gestire il territorio provinciale.

 

Carcere: c’è l’alternativa

Questa settimana alla Camera abbiamo definitivamente approvato la legge sulle misure alternative al carcere e di riforma del sistema sanzionatorio, conosciuta come “messa alla prova”. Come ho scritto più volte, il provvedimento prevede importanti misure di carattere strutturale e di sistema per ridurre il problema del sovraffollamento carcerario, fornendo però, al contempo, strumenti nuovi e migliorie complessive alla macchina giudiziaria, anche in termini di velocizzazione dei tempi. E tutto ciò che è stato fatto – le stesse misure alternative al carcere – non va interpretato come una sorta di “premio” per chi ha sbagliato, ma ha lo scopo di ridurre concretamente il tasso di recidiva, che è l’unico modo per contenere ogni tipo di criminalità ed evitare di avere carceri disumane e che scoppiano.

Ricordo brevemente che la legge introduce tre rimedi strutturali per porre fine al sovraffollamento carcerario: l’introduzione nel nostro ordinamento di meccanismi di probation (messa alla prova); la previsione di pene detentive non carcerarie; la depenalizzazione di un’ampia categoria di reati.

Voglio chiarire anche uno dei punti che sta facendo più discutere della nuova norma: viene depenalizzato il reato di immigrazione clandestina, ma preciso che resta penalmente sanzionabile il reingresso in violazione di un provvedimento di espulsione.

 

Sano, di qualità e a chilometro zero

In Commissione Agricoltura della Camera abbiamo dato inizio, con l’audizione dei rappresentanti delle organizzazioni Agrinsieme (Confagricoltura, Cia, Alleanza delle cooperative), Coldiretti, Copagri e UeCoop, all’iter per la discussione e l’approvazione delle proposte di legge sulle norme per la valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta a chilometro zero e di qualità. Una delle proposte, quella presentata dal collega Ermete Realacci, è stata sottoscritta anche da me.

L’obiettivo della legge è quello di promuovere la domanda e l’offerta dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero, provenienti da filiera corta, e dei prodotti agricoli e alimentari ecologici e di qualità. Per chilometro zero si intende che questi cibi provengano da una distanza non superiore a 70 chilometri di raggio dal luogo previsto per il loro consumo o per i quali comunque è dimostrato un limitato apporto delle emissioni inquinanti derivanti dal trasporto.

Abbiamo, dunque, iniziato un percorso che rappresenta un passo molto importante per i consumatori e la qualità del cibo che ogni giorno arriva sulle nostre tavole. Da un punto di vista culturale, spero che per molti possa rappresentare la strada per cambiare stile di vita, in un senso più sano e salutare.

 

Riparliamo di quote

Questa settimana ho presentato nuovamente un’interpellanza urgente al Ministro, reiterando quella di gennaio per la quale non avevo ottenuto risposta, a proposito delle 1593 aziende da latte che erano assegnatarie di quote, ma che dal 2003 al 2010 non risultavano aver mai prodotto latte. Tali aziende sono però assegnatarie di circa 354.000 quintali di latte. Se ricordate, erano le stesse perplessità sollevate nella scorsa interpellanza, dove citavo anche le indagini dei carabinieri. E ora ci riprovo, perché mi sembra importante sapere se queste aziende hanno ricevuto anche i contributi Pac o se hanno affittato o addirittura venduto la propria quota e per quali motivi Agea non ha provveduto a revocare queste quote come dichiarato dalle sue stesse circolari. Inoltre mi sembra fondamentale conoscere il numero dei parti e delle vitelle e dei vitelli nati negli anni 2007-2008-2009. Entro una settimana, in Aula, riceverò la risposta del Ministro.

 

Troppo rumore per Trezzo

Mi sono preso a cuore i disagi che una parte degli abitanti di Trezzo sull’Adda vivono da quando è stata costruita la quarta corsia dell’autostrada A4 Milano-Venezia. Sto parlando del disagio provocato dall’ampliamento della sede autostradale: la nuova corsia è così vicina alle case che il rumore sta diventando insopportabile questo poiché le misure messe in atto per limitare l’impatto acustico non sono state realizzate bene: sono presenti fessure tra le barriere che non sono fonoassorbenti.

Ho presentato a tal proposito un’interrogazione al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti in cui faccio presente che le indagini fonometriche svolte dall’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente, rilevano rumori leggermente sotto la soglia consentita, ma per i cittadini l’impatto risulta ancora molto alto. Inoltre, i lavori eseguiti presentano alcune serie anomalie.

Anche dalle conclusioni del Politecnico di Milano a proposito dello stato di manutenzione delle barriere risulta una scarsa diminuzione della potenza sonora. Insomma, la realizzazione del manufatto non è stata eseguita a regola d’arte, le barriere dalla parte interna sono riflettenti anziché fonoassorbenti e manca un’idonea sigillatura sotto i cavalcavia 154 e 155 con effetto cassa di risonanza anche a causa del manto autostradale scarsamente fonoassorbente.

Al Ministro chiedo se non viene ritenuta necessaria la sostituzione delle barriere con la realizzazione di un’ulteriore idonea barriera antirumore.

 

Nuove regole per viti e pascoli

Lo chiamano il Testo unico del vino italiano e ha ufficialmente iniziato il suo iter parlamentare dopo che è stata depositata la proposta di legge sulla “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino”, che ho sottoscritto anche io.

La proposta si pone l’obiettivo di uniformare e semplificare il panorama normativo del settore vitivinicolo e di raccogliere le indicazioni presentate dalle associazioni di categoria. Infatti, in un Paese come l’Italia, con un territorio così favorevole alla coltivazione vitivinicola, manca ancora una disciplina organica che riguardi la coltivazione della vite e la produzione e il commercio del vino. L’obiettivo è quello di avere la nuova legge quadro pronta entro l’inizio di Expo 2015.

Cosa prevede la proposta? Intanto, viene istituito uno schedario vitivinicolo, quindi si aggiornano le norme per la produzione dei mosti, dei vini e dei sottoprodotti per la vinificazione, si unifica la disciplina concernente i vini a denominazione di origine e con indicazione geografica, si disciplina la produzione degli aceti, si chiarificano le norme sulla commercializzazione e l’etichettatura. Inoltre, contiene il riordino della disciplina dei controlli e prevede un sistema sanzionatorio.

Paolo Cova

 

   
 
 
 
 

www.paolocova.it