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n°33

Novembre 2013

 
 
 
 

 

 
 

L’immigrazione avrà il suo fondo

La Camera ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto-legge che contiene “Misure urgenti di riequilibrio della finanza pubblica nonché in materia di immigrazione”, chiamato più semplicemente “manovrina”. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato. Sempre per la cronaca, i voti a favore sono stati 270, 140 i contrari e 8 gli astenuti.

L’operazione vale 1,6 miliardi e servirà al rientro nel 3% di rapporto deficit/Pil entro quest'anno. La correzione dei conti pubblici prevede tagli ai ministeri, la cessione di immobili del Demanio alla Cassa depositi e prestiti (che è una sorta di banca pubblica) per 525 milioni e una stretta al Patto di stabilità interno dei Comuni, tranne quelli che hanno fronteggiato le ultime ondate migratorie. Inoltre, il provvedimento stanzia 210 milioni di euro per fronteggiare l'emergenza degli afflussi dai Paesi del nord Africa, di cui 20 per i minori stranieri non accompagnati e altri 190 che vanno a inaugurare il Fondo immigrazione per il 2013. Soldi che il Ministero dell'Interno potrà destinare proprio agli enti locali coinvolti nell'emergenza immigrazione.

 

Stop alle missioni. Ma solo in Aula

In realtà, prima che della “manovrina”, avremmo dovuto parlare – e votare – del decreto per il rifinanziamento delle missioni internazionali, che ha come termine il 9 dicembre. Invece, in Aula abbiamo dovuto invertire l'ordine del giorno dei lavori in attesa di trovare un accordo politico che ne consenta l'approvazione. A rallentare i lavori è stato l'ostruzionismo, in particolare del M5S.

Il provvedimento – come ho già spiegato nella scorsa news – raddoppia i fondi degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di ricostruzione e prevede il rientro di circa 500 militari.

Le spese autorizzate sono di 124,5 milioni di euro per la partecipazione del personale militare italiano alle missioni in Afghanistan, di 40,2 milioni per il contingente in Libano, di 22,4 milioni per i Balcani. Inoltre, sono previste spese per la prosecuzione della partecipazione alla missione nel Mediterraneo (5 milioni di euro), all'operazione militare dell'Ue per il contrasto alla pirateria (11,4 milioni di euro), per la proroga dell'impiego del personale militare in alcuni paesi arabi e nella base di Tampa per esigenze connesse alla missione in Afghanistan (5,5 milioni di euro), per la prosecuzione delle missioni dell'Ue in Somalia, nel Corno d'Africa e nell'Oceano indiano (3,7 milioni di euro), in Libia (2,5 milioni di euro), per il personale della Guardia di Finanza per fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina e della tratta di essere umani (2,9 milioni di euro). Per la protezione dei militari sono stati stanziati 4 milioni di euro.

Particolare rilievo assumono, però, nel decreto le iniziative di cooperazione in favore di Afghanistan, Iraq, Libia, Mali, Myanmar, Pakistan, Siria, Somalia, Sudan, Sud Sudan e Paesi a essi limitrofi che prevedono uno stanziamento di 23,6 milioni di euro.

 

E adesso si sospendano le multe

Finalmente se n’è accorta anche la grande stampa e, la scorsa settimana, il Corriere della Sera ha pubblicato con una certa evidenza la notizia delle indagini della Magistratura nella vicenda delle quote latte. Come sapete sul tema sto chiedendo da tempo al Governo di intervenire per fare piena luce sui fatti. Ricordo solo che dalle relazioni svolte dagli inquirenti, ufficiali della Guardia di Finanzia e dei Carabinieri, emergevano le prove che il numero delle vacche da latte presente nelle aziende agricole era differente rispetto a quanto dichiarato dai funzionari dell’Agea, l’agenzia governativa per le erogazioni in agricoltura. Potrebbe, infatti, configurarsi un danno a carico dello Stato italiano per una errata comunicazione del quantitativo di latte prodotto nelle aziende agricole, ma anche di tutti gli allevamenti da latte italiani che sono stati danneggiati, appunto, da uno splafonamento inesistente. Il Corriere ha raccontato proprio questa storia.

Mi è sembrato perciò giusto presentare un’altra interrogazione al Ministro alle Politiche agricole in cui chiedo che, considerata la piega processuale presa dalla vicenda e non avendo certezza dei dati di produzione, si sospenda ogni cartella esattoriale per i pagamenti delle multe. Cioè, vanno fermate le rateizzazioni e le richieste delle multe.

Inoltre, chiedo anche di conoscere la correttezza dei dati sulle produzioni e sulle presenze delle vacche nelle campagne 2011-2012 e 2012-2013 e di sapere se i sistemi della Banca dati nazionale e del Sian (il Sistema informativo agricolo nazionale) documentano una tracciabilità e dei movimenti. Il Ministero deve anche però dirmi se il sistema è certificato, perché non è una questione secondaria. Ma cosa lo è, in questa delicatissima faccenda?

 

Tuteliamo olivi e castagni

Nei giorni scorsi ho sottoscritto due risoluzioni, presentate dai miei colleghi di Commissione Agricoltura della Camera. Una riguarda gli olivi del Salento, dove, in particolare nella zona di Gallipoli, si sta propagando un preoccupante fenomeno denominato “Complesso del disseccamento rapido dell'olivo”, una minaccia ecologica che ha recentemente suscitato grandi preoccupazioni tra gli addetti ai lavori. Ed è chiaro che la richiesta è legata a prevedere azioni e misure di sostegno per gli agricoltori e le aziende olivicole pugliesi interessate, perché il rischio è proprio quello di un danno al tessuto economico regionale.

L’altra riguarda la castanicoltura, ovvero, come si capisce, la cura del castagno, dei suoi frutti, del suo legno e del suo compito di salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico. Anche in questo caso, questi alberi spesso secolari sono minacciati da un insetto che pare proprio faccia danni ingenti. La risoluzione chiede che il Governo si accordi con le Regioni interessate per intervenire e debellare il fenomeno.




 

Paolo Cova

 
   
 
 
 
 

www.paolocova.it