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INFORMATI SU CIO' CHE ACCADE A ROMA DA PAOLO COVA

 
 

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n°30

Novembre 2013

 
 
 
 

 

 
 

Aria nuova a scuola

La Camera ha approvato in prima lettura il decreto Carrozza su istruzione, università e ricerca (195 favorevoli, 7 contrari). Ora il provvedimento passa all’esame del Senato per essere convertito entro l'11 novembre. Tra le novità più importanti, suddivise in disposizioni per gli studenti e le famiglie e disposizioni per le scuole, i fondi per la mobilità degli studenti, ovvero 15 milioni di euro in benefici per l'accesso al trasporto pubblico da parte degli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado; portale web per l'orientamento, cioè tutta una serie di iniziative informative, cartacee e telematiche, destinate agli studenti della scuola superiore; il divieto di fumo esteso alle aree all'aperto delle scuole, comprese le sigarette elettroniche; la geografia generale ed economica per gli istituti tecnici e professionali; il regolamento per l'alternanza scuola lavoro; il contenimento della spesa per i testi scolastici, la cui adozione è ora facoltativa; la pratica sportiva per prevenire la dispersione scolastica; lo stage in azienda per gli studenti delle quarte classi delle scuole secondarie di secondo grado, con priorità per quelli degli istituti tecnici e degli istituti professionali; la durata dei permessi di soggiorno per corsi di studi, che viene estesa all'intero periodo del corso frequentato; un piano triennale 2014-2016 per l’assunzione a tempo indeterminato del personale della scuola e la rideterminazione della dotazione organica dei docenti di sostegno.

Insomma, non posso che essere d’accordo con il Ministro: dopo anni di tanti tagli, finalmente si ricomincia a investire. Se pensiamo che negli ultimi governi era stato uno dei settori più penalizzati, i 400 milioni di euro stanziati hanno un loro peso e significato: ridiamo aria e respiro alla formazione dei cittadini di domani.

 

Rilanciamo il manufatturiero

Nei giorni scorsi alla Camera abbiamo discusso e approvato alcune mozioni che intendono dare uno sprone al settore manifatturiero italiano. In sostanza, nei documenti approvati è stato chiesto al Governo di dare il via a un’organica azione di difesa e di sostegno delle imprese del settore manifatturiero, con particolare riferimento ai distretti industriali e al mantenimento delle aziende italiane nei luoghi d’origine, per tutelare la forza lavoro locale e assegnare semmai processi produttivi all’indotto, piuttosto che delocalizzare.

Tra le idee emerse per far ripartire il motore delle imprese e del lavoro italiano, alcune, fondamentali, riguardano il sistema del credito che deve riaprire i cordoni della borsa, studiando delle agevolazioni. La sburocratizzazione è il passo successivo, come pure la riduzione dei carichi fiscali e la concessione di contributi per gli investimenti.

Le altre misure chieste vanno da ristrutturazione e ammodernamento, soprattutto in campo tecnologico, all’allineamento delle tariffe di energia, connettività, telefonia, elettricità e trasporti agli altri Paesi europei, dalla tutela del Made in Italy alla promozione della ricerca e dello sviluppo.

 

La Form è salva

Finalmente una buon notizia sul fronte del lavoro: la Form di Cormano, che produce e commercializza getti in alluminio per il settore automotive, non solo non chiuderà, come era stato paventato a settembre dopo che l’azienda era stata posta in liquidazione, ma è stato addirittura già sottoscritto l'accordo tra il commissario straordinario, l’Albertini Spa e i sindacati che prevede un piano industriale di mantenimento della produzione nei tre stabilimenti di Cormano, Villasanta e Quero.

Non potete immaginare la gioia dei lavoratori, degli amministratori locali, del Partito democratico che si era mosso in prima persona, organizzando un presidio davanti ai cancelli dell’azienda, quando era già in amministrazione straordinaria, a sostegno dei 266 lavoratori. Quel giorno c’ero anche io. E appena sono rientrato a Roma ho interessato il Ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato al caso.

Ecco, oggi da Cormano ringraziano me e il Ministro per come si è conclusa la vicenda, ma è soprattutto grazie a Zanonato se si è ottenuto un risultato che in molti casi simili potrebbe giungere. Ci vuole solo la volontà di rimettere sul mercato la propria azienda, soprattutto quando è sana. Il Governo c’è. Ci devono essere anche gli imprenditori.

 

Quote latte, il Governo faccia chiarezza

Della vicenda delle quote latte, di cui si sta occupando la Magistratura e sulla quale ho presentato un’interrogazione, ho parlato durante un intervento alla Camera. Ho inteso, in questo modo, sollecitare il Governo a occuparsi della questione chiedendo che venga fatta piena luce su fatti che per anni hanno sconvolto il mondo lattiero-caseario.

Come ho già avuto modo di dire, quella delle quote latte è una vicenda che va avanti da oltre 30 anni. In Aula ho ripetuto, perciò, la mia richiesta di sapere i numeri della produzione di latte in stalla perché sia il Presidente del Consiglio che il Ministero delle Politiche agricole devono avere e fare chiarezza su questi dati. Il punto, ho aggiunto, è che dalle relazioni svolte dagli inquirenti, ufficiali della Guardia di Finanzia e dei Carabinieri, che si sono preoccupati di verificare quanto avvenuto, potrebbero emergere le prove che il numero delle vacche da latte presente nelle aziende era differente rispetto a quanto dichiarato dall’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, e questo significa che potrebbe configurarsi un danno a carico dello Stato italiano per una errata comunicazione del quantitativo di latte prodotto nelle aziende agricole.

In sostanza, ho invitato il Governo ad arrivare a una verità definitiva, non per tutelare l’una o l’altra categoria di allevatori, perché sia chi ha pagato sia chi non ha pagato, non doveva farlo, ma per capire realmente cosa sia successo in tutti questi anni e chi ci ha veramente rimesso.

 

Di corsa a New York

E, dulcis in fundo, ho partecipato anche quest’anno alla Maratona di New York. Mentre parte questa newsletter, io mi sto ristorando al traguardo della competizione più famosa, quella della Grande Mela, dove oggi, domenica 3 novembre, ho realizzato il tempo di 3 ore e 57 minuti. Una bella soddisfazione, considerato che devo alternare gli allenamenti all’impegno non indifferente del Parlamento. Proprio per questo rientrerò quanto prima, aspettando la prossima gara e intanto correndo tra Roma e Milano per fare del mio meglio per la mia regione e il mio Paese.


Paolo Cova

 
   
 
 
 
 

www.paolocova.it