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eNews
n°23

Settembre 2013

 
 
 
 

 

 

Finanziamento ai partiti senza relatori

La legge sul finanziamento pubblico ai partiti si è inceppata sulla nomina dei relatori. Per chi è fuori dalla politica, può sembrare una questione di lana caprina, ma anche questi passaggi risultano alla fine fondamentali per poter approvare una norma tanto attesa.

In sostanza, giovedì scorso l’Aula della Camera ha rinviato in Commissione Affari costituzionali la discussione del testo di legge, dopo che il gruppo ristretto dei 9 ha constatato che non c'era un testo unico delle diverse proposte di legge.

E questo è avvenuto perché la Commissione stessa non aveva nominato un relatore di maggioranza e uno di minoranza. Infatti, al termine di luglio, quando è iniziata la discussione, si è verificato l’ennesimo ostruzionismo degli M5S sul decreto di istituzione del Comitato per le riforme costituzionali, che ha travolto anche questo provvedimento.

Così, appunto, in Affari costituzionali non hanno nominato i relatori – in particolare quello di maggioranza è importante perché prepara un testo condiviso tra le diverse proposte – che dovevano istruire il testo. Dunque, l’altro giorno diventava difficile una discussione su più proposte e senza un testo unico. Infatti esistono differenze in almeno due punti: La necessità di un tetto massimo di finanziamento liberale( si ipotizza in 100.000€) con il PDL contrario e l’abolizione anche del versamento del 2x1000 con il PD unico a favore.

A questo punto, stemperato il clima acceso e l'ostruzionismo, mi auguro che la Commissione possa arrivare a nominare i relatori necessari e presentare finalmente il testo da sottoporre all’Aula.

 

Ilva, tuteliamo i nostri lavoratori

La reazione dei titolari del Gruppo Riva, quello dell’Ilva, sta colpendo pesantemente anche la Lombardia. Nella nostra regione verranno, infatti, chiusi cinque stabilimenti, tre a Brescia, uno in provincia di Varese e uno nel lecchese. In tutto 720 lavoratori lombardi.

Come deputati del Pd abbiamo detto a gran voce che queste chiusure vanno scongiurate con ogni mezzo, perché infliggerebbero un colpo durissimo alla già complicata situazione occupazionale della nostra regione. Per questo, anche con un'interpellanza parlamentare chiediamo che il Governo si attivi per riunire attorno a un tavolo di trattativa tutte le parti.

Ai nostri lavoratori e alle loro famiglie dobbiamo dare garanzie e tutele. Ma dobbiamo anche vigilare perché l'azienda non strumentalizzi le azioni della magistratura.

 

Non abbandoniamo i siriani

Questa settimana la Camera ha votato a maggioranza la mozione sulla situazione in Siria, auspicando una “soluzione politica” del conflitto da raggiungere “in ambito Onu”. La situazione siriana sta preoccupando tutta la comunità internazionale, ma anche i singoli cittadini. Con questa mozione è positivo che si chieda a gran voce di neutralizzare ogni arma chimica, che rende ancora più grave il conflitto, e che si affermi non debba più essere utilizzata.

In questo modo, sono convinto, si dia avvio a un cammino che deve essere di tutta la comunità internazionale, perché solo all'interno di un mandato ampio si riesce ad acquisire forza. Un percorso che coinvolga anche Russia e Iran, perché svolgono un ruolo importante in quella regione.

Nello stesso tempo, dobbiamo assolutamente andare in aiuto della popolazione siriana, attraverso interventi che abbiano una particolare attenzione verso i profughi e assicurino protezione alle minoranze presenti nel Paese.

 

Latte più giusto

Con una risoluzione che ho presentato in Commissione Agricoltura della Camera e che verrà discussa martedì prossimo, torno ancora una volta a parlare del prezzo del latte. Come ho già spiegato, è una questione che riguarda tutti: pagare il giusto, significa che a guadagnarci non sono solo i produttori, ma anche i consumatori finali. Nel documento chiedo che la Ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo convochi subito il Tavolo sul prezzo del latte per andare verso l’indicizzazione.

Nel dettaglio, la risoluzione impegna il Governo “ad attivarsi in tempi rapidi per convocare un tavolo tra industriali e allevatori per giungere alla definizione di un prezzo del latte bovino equo, in linea con quanto disposto dal quadro giuridico nazionale ed europeo”, ma anche a “garantire un prezzo del latte bovino indicizzato, combinando vari fattori che possono comprendere indicatori di mercato che riflettono cambiamenti nelle condizioni di mercato, il volume consegnato e la qualità o la composizione del latte crudo consegnato, i costi delle materie prime e il costo finale di vendita del latte”.

Ancora una volta voglio ricordare che l’Italia importa il 60% dei prodotti lattiero caseari dall’estero. E che attualmente gli industriali possono vendere il latte, acquistato a 0,38-0,41 euro al litro, a un prezzo di 0,50, con un guadagno di 0,10 euro/litro senza assumersi nessun onere. Invece, agli allevatori resta il rischio di impresa che significa, senza mezzi termini, anche la chiusura della propria attività.

 

I veterinari secondo la Lega

L’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, un leghista, se ne esce sempre con curiose novità, spesso non sapendo di cosa parla. Questa volta ha sentenziato che i veterinari pubblici dovrebbero passare sotto la responsabilità del dicastero dell’agricoltura, appunto, invece che di quello della sanità. Da professionista del settore, posso dire che è troppo semplicistico pensare di risolvere i problemi in questo modo. Perché non basta interessarsi di animali da reddito per essere destinati all’agricoltura. Il ruolo dei veterinari pubblici è sanitario e di controllo della salubrità degli alimenti.

Sicuramente all'assessore sfugge che negli allevamenti operano anche tanti veterinari liberi professionisti che quotidianamente assistono gli allevatori con il lavoro continuo di veterinari aziendali. Semmai è necessario ripensare al numero dei veterinari pubblici che attualmente è sovrastimato rispetto al numero dei capi animali enormemente diminuito in questi anni. Inoltre alcune competenze di istituto risultano superate e andrebbero riviste o addirittura tolte. Ma questo è un altro discorso.


Paolo Cova

 
   
 
 
 
 

www.paolocova.it