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n°19

Agosto 2013

 
 
 
 

 

 
 

Basta con la politica da stadio

La condanna in via definitiva di Silvio Berlusconi sta provocando fibrillazioni nel mondo politico e non solo. Resta da capire quanto sia mediatica e quanto reale e soprattutto quanta sia vera l’intenzione di far “saltare” il Governo.

In tutto ciò, voglio fare una riflessione: in questi anni di marketing politico del centrodestra è stata posta più volte la questione di appartenenza o meglio di “tifo politico”. Ciò ha consentito di compattare gli elettori sulla figura del leader. Ecco: è venuto il momento di uscire da questo tipo di politica. La condanna definitiva di un leader non deve essere motivo per trascinare un Paese nel baratro. Credo sia necessario superare la personalizzazione della politica e delle vicende della nostra nazione. Abbiamo la necessità di ritornare a dare speranze.

Chiudere un capitolo non vuol dire dimenticare o giustificare questi anni. Sia beninteso, il mio giudizio resta negativo. Ma da quanto avvenuto, mi auguro che si possa imparare tanto per uscire dalla crisi. E ci deve aiutare a rifuggire questa politica da stadio. Lo dico anche per chi nel Pd pensa di imitare l’esempio.

 

Un Paese in sicurezza

Questa settimana abbiamo approvato il decreto definito Ecobonus. Tutti d’accordo, o quasi: un solo astenuto. Cosa cambierà nella vita del cittadino comune? Il testo proroga al 31 dicembre 2013 le detrazioni per le ristrutturazioni edilizie e per l'efficienza energetica, a cui la Camera ha aggiunto quelle per l'adeguamento antisismico. Inoltre, è passato  all'unanimità, con il parere favorevole del Governo, un emendamento, sottoscritto anche dal Pd, che prevede di far diventare gli ecoincentivi permanenti dal 2014. Gli ambiti di applicazione della futura stabilizzazione delle detrazioni riguarderanno l’adeguamento antisismico e la messa in sicurezza degli edifici esistenti, l’incremento dell'efficienza idrica e del rendimento energetico degli stessi, l’installazione di impianti di depurazione delle acque da contaminazione di arsenico, la sostituzione delle coperture di amianto negli edifici.

Oltre alla necessaria proroga degli ecoincentivi, mi sembra che quella della stabilizzazione, a così ampio raggio, sia la strada giusta per risolvere tutta una serie di problemi ambientali e di sicurezza, e quindi di salute, dei cittadini italiani.

Adesso la palla passa al Senato.

 

“Fare” per tornare competitivi

Riconosco che è stata tutt’altro che una passeggiata. Una foto pubblicata su La Stampa on line mi ritrae sugli scranni, assieme ai miei colleghi, abbastanza provato, che guardo verso la presidenza durante il dibattito. E poi, finalmente, abbiamo dato il via libera al Decreto del Fare, voluto dal Presidente del Consiglio Enrico Letta, con 344 sì dopo una maratona imposta dall’ostruzionismo del M5s, e dopo aver incassato la fiducia al Governo. Naturalmente, ora tocca al Senato che deve convertire il decreto in legge entro il 21 agosto.

Come Pd ci siamo detti soddisfatti per aver ottenuto risultati rilevanti, in particolare sul tema del lavoro, delle semplificazioni e della fedeltà fiscale, ovvero sulla piena tracciabilità Iva nei pagamenti. Inoltre, siamo riusciti a impegnare il Governo sui nuovi investimenti per la scuola, l’università e la ricerca. Ora l’impegno dovrà essere soprattutto sui temi dell’occupazione, attraverso un solidissimo rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, il cuneo fiscale e contributivo, il ritorno a una strategia di politica industriale e un sistema di misure che, insieme all'accelerazione dei pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese, metta in campo una strategia choc per la liquidità e il credito, sia per le aziende sane, sia per quelle in difficoltà.

Mi soddisfa anche l’aspetto che riguarda le semplificazioni, in ogni campo, da quello ambientale all’edilizia. Questo Paese ha bisogno di diventare fluido. Altrimenti non saremo mai al passo con il resto d’Europa e sufficientemente competitivi.

 

Ti pago, quindi rilancio

Forse non è noto ai più, ma ci sono migliaia di aziende in Italia che hanno lavorato per lo Stato, a tutti i suoi livelli, e non sono ancora state pagate. Ebbene, finalmente, grazie a un emendamento del Pd al decreto Lavoro, appena passato al Senato e prossimo all’esame della Camera, vengono liberati dai 20 ai 25 miliardi per i debiti che la pubblica amministrazione ha con costoro.

Tecnicamente, si viene a creare un fondo ad hoc, presso la Cassa depositi e prestiti, che costituirà la garanzia da parte dello Stato verso le banche per il pagamento di questa ulteriore tranche, che si aggiunge a 40 miliardi già approvati.

Non è solo una questione che riguarda pochi: con questa decisione si attiva una leva importante per la ripresa e l’occupazione. Pagare gli arretrati, sbloccare decine di miliardi di risorse e dare ingente liquidità per gli investimenti produttivi significa davvero rianimare la moribonda economia italiana.

 

In Lombardia il latte è più equo

Alla fine ce l’abbiamo fatta: intervenendo sia a livello regionale, che a livello nazionale, abbiamo ottenuto che il tavolo sul prezzo del latte si tenesse e portasse a casa un risultato. Per i prossimi sei mesi ai produttori lombardi il latte verrà pagato 0,42 centesimi al litro (fino a oggi era di circa 0,38), alzando decisamente il compenso di coloro che stanno all’origine della filiera. Non è un punto di arrivo: come ho già scritto diverse volte, i competitor stranieri sono molto meglio remunerati. Ma è una buona partenza. Ora, verso la fine dell’anno, bisognerà ritornare al tavolo per stabilire un nuovo, più equo prezzo per i lombardi. Ma soprattutto dovremo stabilire una indicizzazione a livello nazionale, come ho chiesto con la mia risoluzione che sarà una priorità alla ripresa dei lavori a settembre.

 

L’importanza del Direttivo

Infine, una notizia che mi riguarda direttamente: sono entrato a far parte del Direttivo del Gruppo Pd alla Camera. Con me, altri 8 deputati lombardi su 30. Dopo l’Ufficio di Presidenza, questo è l’organismo di riferimento con compiti di controllo e di sintesi politico-legislativa per i 293 parlamentari democratici. Oltre a me, sono stati eletti i colleghi Miriam Cominelli, Giampaolo Galli, Cinzia Fontana, Alfredo Bazoli, Giovanna Martelli, Mauro Guerra e Fabrizia Giuliani.

I nostri due coordinatori lombardi Chiara Braga e Roberto Rampi si sono detti soddisfatti per il riconoscimento che vuole valorizzare la rappresentanza lombarda in questa difficile e importante legislatura. Non posso che essere d’accordo con loro.



Paolo Cova




 
   
 
 
 
 

www.paolocova.it